L’innovazione tecnologica in un’area periferica: primi risultati di una ricerca sul Mezzogiorno preunitario (1810-1860)
Technological innovation in a peripheral area: first results of research on the Pre-Unity Mezzogiorno (1810-1860).
Abstract
The Italian Mezzogiorno – i.e. the Reign of Two Sicilies during the first half of XIX century – was at the edge of the great stream of innovations that interested European economy during the XIX century. However, this does not mean that the Reign was completely excluded from the processes elsewhere transforming both the production and consumption. Which was the effective participation of the Reign to the new technological paradigms that were imposing at international level? Scholars are very sceptical about this matter: the geographic marginality of Italian Mezzogiorno, worse by far to others economic and political problems, caused a technological gap still visible up to today. Nevertheless, this opinion seems too tranchant: in fact we know that in the Reign there was both a successfully importation of technology as well as several original inventions. Therefore, the main purpose of this paper, whose sources consist of the patents registered in the Reign from 1810 up to 1861, is to underline the work of several inventors, both local and foreign, who tried to modernize the productive system by means of their inventions. The results of the research will be exposed in two parts. The first one, that take place in this article, examines the legislation on the intellectual property, describes the debate about the economic advantage of patents and proposes some data, including a taxonomy, concerning the patents themselves. In the second part, that will published in next article, after having introduced inventors and their inventions, the impact of the innovative activity is analyzed by means of some case-studies.
Il Mezzogiorno d’Italia si trovò ai margini, anche geografici, della grande corrente di innovazioni che interessò l’economia europea durante la prima metà del XIX secolo. Ciò non significa, d’altra parte, che il vecchio Regno delle Due Sicilie fosse totalmente escluso dai rapidi processi che altrove stavano trasformando il modo di produrre e di consumare. Ma quale fu l’effettiva partecipazione del Paese ai nuovi paradigmi che si imponevano a livello internazionale? La letteratura specializzata si mostra assai scettica al riguardo: la già ricordata marginalità del Mezzogiorno, sommata a numerosi altri vincoli di varia natura, ne avrebbe condizionato la performance, determinando una condizione di arretratezza tecnologica i cui effetti si avvertirebbero ancora oggi. Tale giudizio, pur essendo in parte condivisibile, appare tuttavia troppo netto: sappiamo, infatti, che nella società meridionale non mancarono né le iniziative, talvolta coronate da successo, finalizzate ad importare tecnologia dall’estero, né gli stimoli ad escogitare dei ritrovati originali. Il principale obiettivo di questa ricerca, che usa come fonte privilegiata i brevetti registrati nel Regno delle Due Sicilie dal 1810 al 1861, consiste dunque nel ricostruire l’effettivo contributo fornito da un gruppo di uomini, ossia gli inventori, tanto indigeni quanto stranieri, che provò a modernizzare il sistema produttivo attraverso le proprie invenzioni. L’attività innovativa doveva peraltro muoversi entro i confini di un quadro normativo, amministrativo, culturale e scientifico ben preciso, che ne condizionava inevitabilmente i risultati. Una questione strettamente connessa alla precedente riguarda dunque il ruolo dello Stato, delle amministrazioni periferiche e delle istituzioni scientifiche: quale fu l’atteggiamento di tutti questi soggetti nei confronti dell’innovazione? e quali strumenti, legislativi e non, vennero messi in campo per consentire agli inventori, ed alla società nel suo insieme, di trarre il massimo profitto dai ritrovati dell’ingegno? I risultati della ricerca saranno esposti in due parti. La prima, che trova spazio nelle pagine che seguono, esamina la legislazione a tutela degli inventori, ricostruisce il dibattito circa la congruità di tale legislazione e propone, infine, alcuni dati relativi ai brevetti nonché una tassonomia dei medesimi. Nella seconda parte, oggetto di una prossima pubblicazione, si presenteranno gli inventori assieme alle loro invenzioni e si valuteranno gli effetti economici del lavoro inventivo mediante l’analisi di alcuni case-studies di particolare interesse.
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