Credit for the Poor. Trust, Regulation and Charity in the Roman Monte di Pietà

Abstract

This article explores the Roman Monte di Pietà as a small-scale credit institution on two levels: firstly, it provides an example for the application of “trust” as a heuristic category. Secondly, the paper examines how the Roman Monte was established as a reliable and trustworthy Christian institution. Applying different approaches by Sheilagh Ogilvie, Niklas Luhmann and Dorothea Weltecke, the paper shows how the Monti were installed as a project of urban elites using professional personnel and regular controls as well as a strict accounting system. This process of institutionalisation was accompanied by a discourse fostered by Franciscan authors, thematizing a Christian economic ethics, attacking and marginalising Jewish moneylenders. Thus, trust in the institution was not only based on its successful administration but also on religious aspects.

 Questo articolo analizza il Monte di Pietà di Roma, un istituto di credito di piccole dimensioni, su due livelli: in primo luogo, proponiamo un’applicazione della categoria euristica di “fiducia”. In secondo luogo, esaminiamo la fondazione del Monte di Roma in quanto istituzione affidabile e degna di fiducia. Rifacendosi a diverse metodologie di Sheilagh Ogilvie, Niklas Luhmann e Dorothea Weltecke, l’articolo dimostra come i Monti fossero il progetto di elite urbane che facevano uso di personale professionale, di controlli regolari e di un severo sistema di rendicontazione. Questo processo di istituzionalizzazione procedeva in parallelo ad un dibattito, portato avanti da autori Francescani, che mirava a sviluppare un’etica economica cristiana e, al contempo, ad attaccare e marginalizzare quegli ebrei che prestavano denaro a interesse. Dunque, la fiducia goduta da questa istituzione era connessa a tematiche religiose non meno che alla sua amministrazione efficiente.